08-01-2013, 22:31
La A 111, secondo il mio parere, è la migliore vettura media, diciamo tra 1200 e 1500 cc, che ci sia stata nel panorama europeo a cavallo tra gli anni Sessanta e i primi Settanta.
Se consideriamo l'abitabilità, lo spazio per i bagagli, il grado di finitura, il prezzo, le prestazioni, i consumi e le doti stradali, la A 111 è indubbiamente il miglior compromesso.
La Giulia 1300 TI era più veloce, ma non altrettanto brillante in accelerazione. E poi era meno spaziosa.
La 124 Special era meno rifinita. In versione aste e bilancieri non aveva la brillantezza della A 111. La versione bialbero invece era più prestazionale, ma più spartana e consumava di più.
La Fulvia 1300 GT, pur con finiture analoghe se non migliori, costava parecchio di più ed era datata nella linea. Ed era più pesante da guidare. Aveva, però, una meccanica più raffinata.
Le straniere? Tutte più indietro, ma proprio tutte.
La A 111 non temeva rivali in prestazioni, era finita molto bene, frenava bene, era comfortevole e spaziosa, sincera nel comportamento stradale, costava il giusto, ed aveva l'immagine di vettura media di classe del gruppo Fiat.
Sarebbe stata perfetta, la prima della classe, se avesse avuto il cambio a 5 marce e gli appoggiatesta almeno come accessorio a richiesta. E ruote un filo più larghe.
La sua erede? La Lancia Prisma 1600, ma non aveva nemmeno lontanamente la stessa qualità nei materiali impiegati. Lo skai della selleria della A 111 era indistruttibile, il dannato tessuto Ermenegildo Zegna della Prisma era invece orripilante: pungeva e si logorava in fretta. E che brutti colori, incerti e senza fantasia. Vidi a suo tempo a Padova (parlo del 1974 o 1975) una A 111 seconda serie color azzurro con l'interno in velluto beige. Non so se fosse ottenibile a richiesta o se fosse stato fatto fare dal proprietario. Era un sogno, e in più aveva i cerchi in lega, i classici Fiat. Ecco: quella per me era la macchina ideale.
Se consideriamo l'abitabilità, lo spazio per i bagagli, il grado di finitura, il prezzo, le prestazioni, i consumi e le doti stradali, la A 111 è indubbiamente il miglior compromesso.
La Giulia 1300 TI era più veloce, ma non altrettanto brillante in accelerazione. E poi era meno spaziosa.
La 124 Special era meno rifinita. In versione aste e bilancieri non aveva la brillantezza della A 111. La versione bialbero invece era più prestazionale, ma più spartana e consumava di più.
La Fulvia 1300 GT, pur con finiture analoghe se non migliori, costava parecchio di più ed era datata nella linea. Ed era più pesante da guidare. Aveva, però, una meccanica più raffinata.
Le straniere? Tutte più indietro, ma proprio tutte.
La A 111 non temeva rivali in prestazioni, era finita molto bene, frenava bene, era comfortevole e spaziosa, sincera nel comportamento stradale, costava il giusto, ed aveva l'immagine di vettura media di classe del gruppo Fiat.
Sarebbe stata perfetta, la prima della classe, se avesse avuto il cambio a 5 marce e gli appoggiatesta almeno come accessorio a richiesta. E ruote un filo più larghe.
La sua erede? La Lancia Prisma 1600, ma non aveva nemmeno lontanamente la stessa qualità nei materiali impiegati. Lo skai della selleria della A 111 era indistruttibile, il dannato tessuto Ermenegildo Zegna della Prisma era invece orripilante: pungeva e si logorava in fretta. E che brutti colori, incerti e senza fantasia. Vidi a suo tempo a Padova (parlo del 1974 o 1975) una A 111 seconda serie color azzurro con l'interno in velluto beige. Non so se fosse ottenibile a richiesta o se fosse stato fatto fare dal proprietario. Era un sogno, e in più aveva i cerchi in lega, i classici Fiat. Ecco: quella per me era la macchina ideale.